Litigi sui social: devi avere o pagare un sacco di soldi, le nuove regole e tariffe

Quando i litigi sui social diventano reato: la sentenza che trasforma un insulto in diffamazione e fa pagare caro gli utenti

Nell’era digitale, in cui le piattaforme online hanno rivoluzionato il modo di comunicare, il confine tra offesa e reato si fa sempre più sottile. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha introdotto un principio destinato a fare giurisprudenza: i litigi sui social non possono più essere considerati semplici sfoghi virtuali, ma in alcuni casi diventano diffamazione vera e propria, con conseguenze penali e risarcitorie pesanti.

Scritta “Diffamazione sui social”, raffigurante un telefono con un’icona pollice verso rosso e il profilo di una persona
Litigi sui social: devi avere o pagare un sacco di soldi, le nuove regole e tariffe – giovannamarini.it

Il caso da cui nasce la decisione riguarda una donna che aveva pubblicato un video dal contenuto gravemente offensivo contro un’altra persona. La difesa sosteneva che, trattandosi di una diretta in cui la vittima era collegata, l’episodio dovesse essere classificato come ingiuria, ormai depenalizzata. I giudici della Suprema Corte, però, hanno respinto questa interpretazione: la presenza da remoto non è equiparabile a quella fisica e non consente un contraddittorio immediato.

In altre parole, i litigi sui social non possono essere trattati come banali battibecchi, perché la dinamica della comunicazione online è unidirezionale: chi offende ha una posizione dominante, mentre la vittima non ha modo di replicare in condizioni di parità.

Cosa succede se insulto una persona online?

La sentenza che segna la svolta è la n. 29458/2025 della Corte di Cassazione, riguardante un video pubblicato su TikTok con contenuti gravemente offensivi. Nonostante la vittima fosse collegata alla diretta, i giudici hanno chiarito che assistere da remoto non equivale a essere fisicamente presenti. La possibilità di inserire commenti in chat non garantisce infatti un contraddittorio reale e immediato.

Martelletto sentenza e simboli social
Cosa succede se insulto una persona online? – giovannamarini.it

In più, la Suprema Corte ha sottolineato che un contenuto online non si esaurisce con la diretta: resta disponibile, viene condiviso e visualizzato da altri utenti, con un effetto amplificato sulla reputazione della persona offesa. Per questo, i litigi sui social possono essere inquadrati come diffamazione aggravata dall’uso di un mezzo di pubblicità, una forma più grave rispetto all’ingiuria. La decisione rappresenta un punto di svolta per tutti gli utenti.

D’ora in poi, parole lanciate con leggerezza in una live o in un post possono trasformarsi in vere e proprie cause legali, con multe e richieste di risarcimento molto elevate. In sintesi, ecco cosa cambia per chi utilizza i social:

  • offendere qualcuno in diretta non è ingiuria, ma diffamazione.
  • la presenza da remoto non equivale a un confronto fisico.
  • i contenuti online restano e aggravano la responsabilità.
  • i litigi sui social possono costare risarcimenti pesanti.

La Cassazione lancia quindi un messaggio chiaro: la leggerezza con cui molti usano i social non li protegge dalle leggi. Ogni parola scritta o pronunciata online ha un peso giuridico e conseguenze concrete.

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