Mancato mantenimento: il nuovo requisito della volontà di non pagare è una potenziale bomba

L’assegno di mantenimento è una delle basi delle sentenze di divorzio tra due coniugi. Uno strumento soggetto e regole e indicazioni molto stringenti e ben codificate

Nel 2024 in Italia, dati ISTAT, l’Istituto Nazionale di Statistica, ci sono state oltre 80.000 sentenze di separazione tra i coniugi. Un dato del 3,3% più basso rispetto al 2023 che a sua volta era più basso dell’8,4% rispetto al 2022. Una tendenza molto chiara dettata essenzialmente da due fattori. Il primo è un fattore di carattere sociale. Dopo la pandemia da coronavirus covid-19 e l’attivarsi di molte convivenze, 24 ore su 24, forzose si è leggermente alzato il livello di tolleranza reciproca e di voglia di risolvere i problemi aperti.

coppia amanettata
Mancato mantenimento: il nuovo requisito della volontà di non pagare è una potenziale bomba – giovannamarini.it

Il secondo fattore, invece, è puramente economico. La crisi afferente il reale potere di acquisto dei redditi ha spinto molti coniugi e comporre le difficoltà piuttosto che a gettarsi nel buio di una crisi economica personale del nucleo familiare. In particolare, là dove ci sono dei figli da crescere e mantenere.

Che succede al Bonus mantenimento

Un divorzio tra due coniugi, infatti, porta con sé una serie di conseguenze in primo luogo emotive e sociali ma anche economiche. Come ad esempio l’assegno di mantenimento. Assegno di mantenimento che, ricordiamo, è un contributo economico che il coniuge più abbiente deve versare, dopo la sentenza di separazione e su chiara indicazione di un giudice, al coniuge meno abbiente.

Cassetta dei soldi
Che succede al Bonus mantenimento – giovannamarini.it

L’assegno ha lo scopo di permettere al coniuge meno abbiente e ai figli della coppia di conservare un tenore di vita il più possibile vicino a quello che la coppia viveva quando era sposata. Ma che succede se il coniuge indicato come pagatore non ottempera al proprio dovere?

La conseguenza più diretta è quella di incorrere in un recupero forzoso che in genere avviene con il pignoramento di una quota dello stipendio o se si è liberi professionisti del reddito o dei beni prodotti dal proprio lavoro. Ma esiste anche il rischio di cadere nel reato penale. Questo si è evidenzia se il mancato pagamento dell’assegno avviene in modo doloso e consapevole. Un fattore che però va dimostrato. Un fattore che è opponibile anche nel caso in cui chi non paga avrebbe la volontà di farlo ma non riesce per incapienza.

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